La domanda di uffici subirà un arresto duraturo a causa della pandemia?

La domanda di uffici subirà un arresto duraturo a causa della pandemia?

Il Covid 19 ha totalmente rivoluzionato le abitudini dei consumatori in ogni comparto settoriale dell’economia mondiale, non poteva essere altrimenti per quanto riguarda il mercato immobiliare, sia per gli spazi domestici che per gli immobili destinati ad un uso professionale. Queste due prospettive si stanno sempre di più avvicinando, in un primo momento perché il lockdown ha reso necessario lo smart working, ossia il lavoro da casa.
Attualmente questo metodo è ancora in uso nella maggior parte degli uffici, che gestiscono i propri dipendenti attraverso turni, ad esempio solo 2 giorni di lavoro in ufficio e il resto in smart working, nelle situazioni in cui è possibile. Sono sempre di più le imprese che attuano il lavoro da casa proprio per prevenire i contagi all’interno degli uffici e impedire anche un arresto della produttività aziendale.
Comprendere se la domanda di uffici subirà un arresto duraturo in questo periodo di pandemia, è fondamentale per ricominciare a progettare la produzione, sia per le aziende che sono state colpite dalla crisi, sia per quelle che non hanno subito danni.

Le previsioni entro la fine dell’anno mostrano un calo di 600000 metri quadri (rispetto allo scorso anno) per quanto riguarda gli immobili destinati ad uso ufficio, i motivi non sono solo da individuare nello smart working, che rimane comunque la soluzione più efficace per continuare a produrre anche in una situazione di lockdown. Le vere motivazioni riguardano il calo dell’occupazione e la crescente percentuale di disoccupazione come conseguenza.
Nonostante queste distorsioni nel mercato immobiliare e un aumento degli spazi professionali vacanti, lo smart working si sta dimostrando una soluzione affidabile in questi casi, infatti, le aziende che investono il 5% del loro budget per l’affitto di uffici, si troveranno a risparmiare su questa voce di spesa, anche se non tutti i settori sono destinati a poter effettuare il lavoro da casa.

Bisogna guardare al futuro per comprendere meglio la domanda immobiliare degli uffici

Se attualmente il mercato immobiliare degli uffici sembra fermo, la realtà ci mostra che in effetti, la presenza dei lavoratori in ufficio rimane sempre una componente di fondamentale importanza per quanto riguarda l’attività produttiva. Lavorare in ufficio è soprattutto la componente principale della cultura aziendale e della creatività, il progresso nei confronti dello smart working non significa assolutamente la fine del lavoro in ufficio, anzi, tutt’altro.

La domanda immobiliare di uffici: le previsioni del 2021
L’Italia è stata la prima nazione europea ad essere stata colpita profondamente dal Corona-virus, proprio perché ha reagito tempestivamente all’emergenza, si prevede una crescita economica del 5,9% per il 2021. Soltanto nel 2022 si tornerà ad un’economia di livello pre – Covid.
Per quanto riguarda il settore immobiliare degli uffici, Milano e Roma rimangono i mercati principali, anche se ogni città avrà le sue chance di ripresa. L’appeal degli asset per quanto riguarda gli immobili ad uso ufficio è rimasto invariato, e questo è il migliore momento per iniziare a programmare le attività proprio in previsione del ritorno alla normalità.
Lo smart working potrebbe favorire nei prossimi anni, anche un aumento di interesse per la costruzione di spazi co – working, sia nelle città più grandi che in altre zone, e spingere la domanda di uffici come è accaduto con gli appartamenti più ampi con stanze in più da destinare all’uso ufficio. In conclusione, secondo le previsioni in prospettiva del futuro a breve - medio termine, la domanda immobiliare di uffici subirà un arresto soltanto parziale a causa della pandemia, ma già nei prossimi 2 anni si riconvertirà in un mercato pronto a ripartire e a tornare ai livelli pre – covid 19.


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