Ecobonus: tutti i dettagli da conoscere

Ecobonus: tutti i dettagli da conoscere

Quello dell'Ecobonus è un tema attuale, per il quale sono previsti aggiornamenti imminenti. Queste agevolazioni statali, rivolte a persone fisiche e ad aziende che desiderano apportare delle migliorie alla classe energetica di un immobile già esistente, sono richiedibili inviando all'Enea un'opportuna documentazione entro 90 giorni dalla fine dei lavori.

Mirati ad incoraggiare interventi d'innalzamento dell'efficienza energetica, questi incentivi non sono richiedibili per edifici in costruzione, dovendo essere già conformi agli standard almeno in linea teorica: al massimo potete beneficiarne in presenza di un immobile da ristrutturare, ma che non preveda opere d'ampliamento.
L'intento del legislatore è quello di sensibilizzare al contenimento dei consumi, favorendo la diffusione d'impianti all'avanguardia e l'utilizzo, dove possibile, di fonti alternative di energia.

Beneficiari dell'Ecobonus, modalità e tempi per richiederlo
Hanno diritto all'Ecobonus sia le persone fisiche sia le aziende: nel primo caso la detrazione sarà configurata come IRPEF, mentre nel secondo risulterà come voce IRES. Residenti e non, proprietari di immobili o, quanto meno, coinvolti nel loro utilizzo e nei lavori, potranno beneficiarne analogamente ad altri incentivi, come il parziale recupero delle spese di ristrutturazione, l'acquisto di arredi e il "sisma-bonus".

L'importante è avere un reddito dimostrabile, essere in regola con lo Stato riguardo il versamento delle imposte per gli anni precedenti e, come caratteristica strutturale, avere già installato un impianto di riscaldamento, fatta eccezione per i pannelli fotovoltaici.
In particolare, tra le persone fisiche rientrano nei requisiti, oltre ai possessori di un'abitazione, chi la prende in affitto o la utilizza in comodato; anche i relativi coniugi o membri di una coppia di fatto, insieme a chiunque vanti qualsiasi diritto sull'edificio, possono farne domanda.

Quanto alle società si ricordino, tra i potenziali beneficiari, chi ha maturato redditi d'impresa (limitatamente alle locazioni nelle quali si svolge l'attività), chi esercita un mestiere nel settore dell'artigianato, le associazioni tra professionisti, gli enti senza fini di lucro sia pubblici che privati, quelli che promuovono e gestiscono l'edilizia popolare e le cooperative che si occupano di offrire gli immobili a canone agevolato (la cosiddetta "proprietà indivisa").

Per richiedere l'Ecobonus bisogna allegare i giustificativi di spesa, che comprendono le ricevute dei pagamenti (ragion per cui devono essere tracciabili, concretizzandosi in quelli chiamati "bonifici parlanti" ed obbligatori per le persone fisiche) e le fatture relative alle prestazioni d'opera.

Pertanto, entro 90 giorni dalla fine dei lavori, si provvede a trasmettere all'Enea la scheda che descrive gli interventi fatti, insieme ai dati anagrafici del beneficiario, le indicazioni delle operazioni effettuate e delle migliorie apportate, unitamente ad una dichiarazione di conformità ai requisiti tecnici.

A questi documenti si deve aggiungere un duplicato della certificazione che riporta la nuova classe energetica, vale a dire l'attestato A.P.E., nei casi in cui l'invio sia previsto. Queste carte saranno utili al vostro agente immobiliare di fiducia, al commercialista ed a voi stessi, nell'ipotesi in cui scattassero dei controlli tributari, pertanto è opportuno farne alcune copie.
Ad accettazione avvenuta, lo Stato dispone la somma spettante sotto forma di detrazioni d'imposta, dilazionandole in quote costanti secondo un piano di rientro decennale.

Interventi che rientrano nell'Ecobonus e sconto in fattura
L'Ecobonus è applicabile per un massimo di 100.000 € d'importo scalabile, con termini ultimi previsti per la fine del 2019 sulle singole abitazioni ed il 31 dicembre 2021 per le parti in comune all'interno dei condomini. Gli interventi si possono classificare in base a percentuali fisse di decurtazione:

- Le detrazioni al 50% riguardano tutti i lavori che mirano a rendere le temperature confortevoli all'interno di un edificio, sostituendo gli infissi e le finestre ed estendendo, ad esempio, l'impianto di riscaldamento ai pavimenti. Bisogna aggiungere a questa categoria anche l'acquisto ed il posizionamento di strumenti che modulino e direzionino l'energia del sole (le schermature solari), le caldaie a biomassa ed a condensazione, e l'installazione di impianti a pellet.

- Le agevolazioni al 65% coinvolgono le pompe di calore, i collettori solari per il riscaldamento dell'acqua, le strumentazioni per il controllo in remoto delle caldaie (la cosiddetta "building automation") e le opere d'isolamento di muri, soffitto e tetto con materiali opportuni ("l'involucro opaco"). Sono compresi in questo gruppo anche i "generatori ibridi", espressamente concepiti dai produttori affinché pompa di calore e dispositivo con condensatore, assemblati in fabbrica, funzionino in sinergia; nonché i climatizzatori, sempre con caldaia a condensazione, che evolvano alla classe A, per i quali si preveda un'opportuna integrazione con regolatori termici evoluti.

- Si arriva al 70-75% per lavori in strutture condominiali, previa approvazione del Consiglio d'Amministrazione, con possibilità di detrarre le imposte fino ad un 85% sul totale. Come già precisato, si può richiedere l'Ecobonus tramite riduzioni dirette, ma esiste un'alternativa, di cui ultimamente si sta discutendo molto, che è lo sconto in fattura. Chi fa richiesta di lavori di riqualificazione energetica tra quelli descritti, invece di beneficiare in prima persona delle riduzioni fiscali mediante il classico piano di rientro decennale, può trasmettere il credito equivalente al fornitore. La fattura deve riportare l'intero ammontare e le singole voci di spesa, ma in questo caso il bonifico può essere d'importo inferiore.

Chi prende in carico i lavori può cedere il credito a terzi (escludendo le banche e gli istituiti finanziari, eccezion fatta per domande da parte di soggetti che potrebbero incorrere in problemi d'insolvibilità, il cui reddito è talmente basso da non poter beneficiare delle agevolazioni fiscali), senza che questi lo possano a loro volta passare ad altri. Oppure il fornitore può fruirne a sua volta, riscattandolo dalle tasse che deve pagare, attendendo i versamenti fatti annualmente dallo Stato per una durata complessiva di cinque anni.

A tal proposito è importante ricordare, infine, che l'Agenzia delle Entrate non stabilisce alcun obbligo di effettuare uno sconto in fattura, pertanto le aziende con una scarsa liquidità finanziaria ed una ridotta capienza fiscale possono rifiutarsi di concedere questa soluzione, arrivando a non prendere in carico il lavoro. Sono attesi sviluppi in merito.


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